Dallo scorso 16 dicembre Paypal ha introdotto il pagamento di una tariffa a carico del venditore qualora il consumatore apra un reclamo. Si tratta di una novità importantissima, che va a favore del consumatore in tutto e per tutto, che porterà (o almeno così è auspicabile) ad una riduzione delle truffe da parte dei venditori, che saranno costretti a pagare una certa quota in caso di contestazione da parte dell’acquirente.
Quando si acquista un bene e si paga attraverso Paypal, l’acquirente può aprire una contestazione su un prodotto che ha acquistato, se il bene è notevolmente difforme dalla descrizione che compare sul sito, oppure non è stato consegnato.
A questo punto può succedere che:
- La contestazione sia risolta direttamente tra venditore ed acquirente.
- La contestazione non si risolve ed il consumatore puoi convertire la contestazione in reclamo entro 20 giorni dalla data di apertura della contestazione. Paypal Esaminerà la pratica e deciderà l’esito sulla base delle prove raccolte dal consumatore e dal venditore.
Attenzione, se la contestazione non viene convertita in ricorso entro 20 giorni, la pratica verrà chiusa automaticamente il 21° giorno e il denaro verrà sbloccato per il venditore. La pratica chiusa non può essere riaperta.
Sono state individuate due tipologie di tariffe che verranno applicate da Paypal in caso di reclamo:
- la tariffa per contestazioni standard;
- la tariffa per contestazioni per volumi elevati, che si applicherà se il venditore ha effettuato più di 100 transazioni nei tre mesi precedenti e il rapporto tra le contestazioni e le vendite è superiore a 1,5%.
ATTENZIONE! Le tariffe non si applicano nel caso in cui:
- le contestazioni non sono convertite in reclamo
- le contestazioni vengono risolte tra consumatore e venditore
- le contestazioni vengono presentate per transazioni non autorizzate
- le contestazioni sono relative a transazioni con un valore inferiore al doppio dell’importo della tariffa stessa.