Dott.ssa Teresa Loiacono
La ristorazione collettiva biologica sta divenendo obiettivo principale di mense scolastiche, ospedaliere e case di riposo. Si sta passando dal menu tradizionale al menu che prevede una percentuale di biologico o addirittura tutto il menu biologico.
Molte mense scolastiche, aziendali, ospedaliere devono soddisfare dei requisiti indicati nelle gare d’appalto ed uno di questi requisiti è la presenza del biologico.
L’ente appaltatore come il Comune, l’ospedale o l’azienda si è responsabilizzato verso questo tipo di somministrazione pasti, richiedendo all’azienda fornitrice di pasti, alimenti biologici. È compito dell’azienda produttrice dei pasti, dimostrare la presenza di questi alimenti attraverso la stesura di programmi di produzione che riportino gli ingredienti biologici presenti nei menu.
Si assolve così alle ISO 22.005 sulla rintracciabilità, così come si assolve alla ISO 9.001 sulla qualità aziendale. Per poter partecipare alle gare d’appalto bisogna comunque soddisfare dei criteri ambientali minimi, cosiddetti CAM ed essere certificati per varie ISO, obbligatorie e facoltative.
Questo comporta maggiori costi economici, dato che i prodotti biologici costano di più dei tradizionali e questo avviene in nome di quale fine e da chi è supportato?
Il fine è chiaro sin da subito e ormai noto, promuovere la salute e il benessere dell’utenza.
l’utenza che si rivolge alle mense consuma almeno un pasto principale se non tutti i pasti presso le mense ed è quindi corretto che si voglia dare importanza alla qualità.
Il costo maggiore viene ad essere affrontato sia dall’ente appaltatore che dall’utente che è bendisposto a sacrifici economici in virtù di maggiori tutele per la salute.
Il consumo del biologico ha diversi risvolti.
In primis si esclude l’uso di pesticidi chimici, fertilizzanti, OGM proprio in rispetto delle normative vigenti.
I benefici per la salute sono dovuti ad una minore esposizione ad agenti chimici che hanno molteplici interferenze con il nostro organismo. Queste sostante sono definite interferenti endocrini e possono creare problemi a diversi livelli, in quanto riescono a mimetizzarsi agli ormoni.
Benefici per l’ambiente, in quanto si ha maggiore rispetto del suolo, delle falde acquifere.
Basti pensare che esiste un’alternanza al livello di colture proprio per evitare di impoverire il terreno.
In passato si è pensato a sfamare la popolazione mondiale, massimizzando le rese, questo ha comportato un inquinamento sempre maggiore. Si sono verificati nel tempo, un accrescersi di eventi avversi che ci inducono a tornare all’antico, alla qualità.
Nei primi dieci mesi del 2023, sono stati 41 gli eventi meteorologici estremi, una media di 4 al mese, che hanno causato danni all’agricoltura con pesanti ripercussioni economiche. In Emilia-Romagna si sono registrati 10 casi, in Veneto 6, in Toscana e in Piemonte 4. Secondo le stime Coldiretti, solo in queste Regioni (le più colpite) i danni superano i 6 miliardi di euro.
Vale la pena di fossilizzarsi su questo circolo vizioso senza possibilità di ritorno?
Assolutamente non è possibile continuare sull’uso indiscriminato della chimica, in quanto non faremmo altro che peggiorare la situazione, innalzando la produzione di CO2, effetto serra all’ennesima potenza ed estinzione della nostra specie. Chissà se siamo ancora nei tempi per poter correggere la strada, ma certamente non possiamo che optare per questa scelta, a tutti i livelli, ristorazione casalinga, scolastica, ospedaliera per anziani.
Bio
La Dottoressa Teresa Loiacono si è Laureata a Bari nel 1994, abilitata alla professione nel ‘95, perfezionata nel ’97 e ‘98 in biologia della riproduzione e in nutrizione umana. Si è dedicata dal 2000 all’attività di nutrizionista sia a Bari che a Casamassima. In passato ha preso parte su RTG Puglia a divulgazioni scientifiche sulla nutrizione.